Non è difficile trovare alimenti nei confronti dei quali siano stati prodotti commenti irragionevoli nel corso degli anni. Uno dei casi più noti è sicuramente quello della farina “bianca” o “raffinata”. È chiaro oramai che l’assunzione di cereali integrali possa conferire dei benefici all’organismo in considerazione del loro ruolo protettivo rispetto ad alcuni tipi di patologie, come ad esempio le malattie cardiovascolari, e che quindi sia buona pratica sostituire i cereali raffinati con quelli integrali. Tuttavia parlare di farina “bianca” o “raffinata” (espressioni con cui comunemente indichiamo la farina doppio zero) come “veleno” è assolutamente fuori luogo. Purtroppo questo atteggiamento è facilmente rintracciabile in alcuni siti web, riviste e talvolta anche da parte di professionisti in materia di nutrizione. Parlare in questi termini della farina bianca, ma in generale di un qualsiasi alimento, ha il solo e unico risultato di creare allarmismi ed è del tutto inopportuno. Per prima cosa perché la farina bianca non è un “veleno”, e in secondo luogo perché si trasmettono in tal modo una irragionevole inquietudine e un allarmismo al consumatore che tenderà a guardare con diffidenza qualsiasi alimento contenga della farina doppio zero. È quindi importante moderare i toni e rendere le persone consapevoli di ciò che stanno acquistando senza creare paure ingiustificate.
Fonte: Linee Guida per una Sana Alimentazione, CREA. Edizione 2018
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